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La ditta edile incaricata non completa i lavori: come mi tutelo?

La ditta edile incaricata non completa i lavori: come mi tutelo?

Lavori non finiti, un manuale di istruzione per difendersi e limitare i danni: cosa fare, quando e a chi rivolgersi.

 

I lavori non finiti rappresentano un’evenienza tutt’altro che rara. L’impresa edile, per tutta una serie di motivi, si rende responsabile di ritardi davvero importanti, a tal punto da fermare il cantiere.

 

Qui indaghiamo le cause e, soprattutto, elenchiamo gli strumenti con cui il committente può tutelarsi.

 

In cosa consistono le cause per i lavori non finiti?

 

Il primo passo, dunque, è indagare le cause dei lavori non finiti, dei lavori non terminati. Solo in questo modo, è possibile intervenire per tempo, prevenendo i disagi o sollecitando l’impresa al momento giusto. Ecco dunque le cause principali.

 

  • Problemi di finanziamento: spesso i progetti edili non vengono completati a causa di problemi finanziari, che possono derivare da budget sottostimati, aumento dei costi dei materiali o mancanza di liquidità. Quando i fondi si esauriscono, i lavori si fermano, lasciando il cantiere incompleto.

 

  • Disaccordi tra le parti coinvolte: le dispute tra i diversi attori del progetto, come committenti, appaltatori e subappaltatori, possono causare ritardi significativi o l’interruzione dei lavori. Questi disaccordi possono riguardare questioni contrattuali, modifiche ai progetti o mancati pagamenti.

 

  • Problemi tecnici o progettuali: errori di progettazione, problemi strutturali o difficoltà incontrate durante l’esecuzione dei lavori possono rallentare o fermare completamente un progetto. L’impreparazione o la scoperta di condizioni impreviste, come il ritrovamento di terreni instabili, possono rendere necessario un ripensamento del progetto e una sua revisione.

 

Perché è importante la corretta redazione del contratto?

 

Trattiamo ora i principali strumenti di difesa in caso di lavori non finiti o, per meglio dire, interrotti.

 

Lo strumento più comodo e meno costoso, anche perché impiegato in via preventiva, è il contratto di appalto. O, per meglio dire, la corretta redazione del contratto. Ecco qualche consiglio.

 

  • Riportare una stima dettagliata dei costi: includere una valutazione realistica dei costi riduce il rischio di esaurimento dei fondi prima del completamento del progetto.

 

  • Inserire clausole di pagamento: stabilire scadenze e condizioni precise per i pagamenti progressivi, assicura il flusso di cassa e motiva gli appaltatori a rispettare le tempistiche.

 

  • Programmare la gestione delle dispute: prevedere un meccanismo di risoluzione delle controversie, come la mediazione o l’arbitrato, può aiutare a risolvere rapidamente eventuali disaccordi senza interrompere i lavori.

 

  • Definire ruoli e responsabilità: definire con precisione i ruoli e le responsabilità di tutte le parti coinvolte riduce il rischio di malintesi che potrebbero causare ritardi.

 

  • Inserire una clausola penale per ritardi: includere una clausola che penalizza i ritardi per incentivare il rispetto delle scadenze stabilite.

 

  • Prevedere e disciplinare la revisione del progetto: prevedere la possibilità di rivedere il progetto in caso di imprevisti tecnici o cambiamenti nel contesto per evitare blocchi operativi.

 

Come e quando usare la diffida ad adempiere?

 

La diffida ad adempiere è uno strumento relativamente conveniente per risolvere il problema dei lavori non finiti o interrotti. Si tratta di una lettera che intima l’impresa a proseguire con i lavori.

 

Molto simile a una messa in mora, spesso reca riferimenti al contratto e minaccia (in maniera niente affatto velata) il ricorso alle vie legali. Deve contenere un termine per il rispetto degli accordi, il quale però deve essere realistico e comunque mai inferiore ai 15 giorni.

 

La lettera di diffida ad adempiere dovrebbe essere inviata da un legale mediante posta raccomandata e senza busta, in modo che l’impresa non possa negare la sua ricezione o il suo contenuto.

 

Il pregio della diffida ad adempiere è la semplicità, la facilità con cui può essere messa in atto. Inoltre, costa poco, giusto il denaro necessario per la parcella dell’avvocato. Il suo difetto è l’efficacia relativa.

 

È raro, ma comunque possibile, che l’impresa decida di muoversi sulla base di una diffida ad adempiere. Nella peggiore delle ipotesi, rappresenta un primo e doveroso step verso il ricorso alle vie legali.

 

In quali casi è necessaria la citazione in giudizio?

 

La citazione in giudizio è per molti l’extrema ratio. Fatto sta che è anche la soluzione più efficace. Nondimeno, presenta sì vantaggi, ma anche alcuni svantaggi.

 

Il vantaggio principale consiste nella possibilità di ottenere un pronunciamento giuridico vincolante che obbliga l’appaltatore a completare i lavori o a risarcire il danno.

 

Inoltre, la minaccia di un’azione legale può incentivare la controparte a cercare una soluzione extragiudiziale, come un accordo di transazione, evitando così tempi e costi aggiuntivi.

 

Un altro punto a favore della citazione in giudizio è la possibilità di ottenere un risarcimento non solo per i danni economici, ma anche per eventuali disagi e perdite subiti a causa del ritardo o dell’interruzione dei lavori. Es. costi aggiuntivi per trovare un nuovo appaltatore, danni materiali derivanti dall’incompletezza delle opere o persino danni morali.

 

Tuttavia, ci sono anche degli svantaggi significativi. I procedimenti giudiziari possono essere lunghi e costosi, richiedono tempo e risorse che potrebbero aggravare ulteriormente la situazione del committente.

 

Inoltre, l’esito di una causa non è mai garantito, e anche in caso di vittoria, l’effettiva esecuzione della sentenza potrebbe richiedere ulteriore tempo, soprattutto se l’appaltatore non dispone delle risorse necessarie per adempiere.

 

Un altro aspetto da considerare è il deterioramento del rapporto con l’appaltatore, che potrebbe rendere difficile qualsiasi forma di collaborazione futura o precludere una risoluzione pacifica della contesa.

 

Infine, c’è da considerare la pubblicità negativa derivante da una causa legale, la quale può danneggiare la reputazione di entrambe le parti coinvolte, specialmente in ambito professionale.

 

Pertanto, sebbene la citazione in giudizio possa rappresentare una via per ottenere giustizia, è importante valutare attentamente tutti i pro e i contro prima di intraprendere questa strada.

 

Trovare l’impresa giusta aiuta a evitare contenziosi sui lavori

 

Non c’è dubbio, prevenire è meglio che curare. Il fenomeno dei lavori non finiti può essere prevenuto mediante una corretta redazione del contratto, certo, ma anche e soprattutto mediante una scelta oculata dell’impresa.

 

Come fare? Un consiglio è quello di guardare ai feedback dei clienti, strumento comunque non scevro di rischi (alcuni possono essere falsi).

 

Il consiglio che viene dato in questi casi, ovvero l’interlocuzione diretta con l’impresa allo scopo di verificare le sue competenze, è meno efficace di quanto si possa immaginare: è difficile, per il cittadino comunque, rilevare la presenza o l’assenza di skill.

 

Il consiglio più efficace è un altro: affidarsi a chi ha già operato una scrematura.

 

Per esempio, a chi gestisce tool di richiesta preventivi, come noi di MestiereImpresa.it. Le nostre imprese sono di qualità e hanno attraversato un processo di selezione molto arduo.

 

Il vantaggio più grande di affidarsi ai tool di richiesta preventivi è però un altro: confrontare più ipotesi di costo, individuare soluzioni convenienti. In una parola sola: risparmiare.

 

Dunque, che aspetti? Richiedi ora i preventivi per lavori edili, accedi alle migliori imprese e garantisciti il risparmio che meriti.

 

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