La fine del meccanismo di incentivazione ha determinato in questi due anni un calo delle installazioni di grandi impianti fotovoltaici che sono diventati economicamente meno convenienti.
Il rischio di una battuta d’arresto del solare però non è mai diventato realtà. Sono soltanto cambiate le logiche di investimento e continuano ad aumentare le installazioni di piccoli impianti fotovoltaici domestici, tra i 3 e i 20 kW di potenza.
Il fotovoltaico residenziale ha come obiettivo principale l’autoconsumo e non più la vendita di energia elettrica.
I microimpianti fotovoltaici oggi sono determinanti per lo sviluppo del settore.
Della mappatura delle installazioni del 2014 si è occupata Anie Rinnovabili, l’associazione che all’interno di ANIE (Federazione Nazionale Imprese Elettrotecniche ed Elettroniche) riunisce le imprese costruttrici di componenti e impianti chiavi in mano per la produzione di energia da fotovoltaico, eolico, biomasse e geotermia, idroelettrico.
Secondo Anie Rinnovabili nel 2014 circa il 60% della potenza installata è arrivata da impianti fotovoltaici fino a 20 kW. Nel 2013 la potenza installata dei piccoli impianti era stata del 41%.
Attualmente sono soprattutto i privati a credere nelle potenzialità dell’energia solare e trainare il fotovoltaico italiano, grazie anche ad agevolazioni fiscali come la detrazione Irpef del 50% per gli interventi di ristrutturazione edilizia, che comprendono l’acquisto e l’installazione di impianti fotovoltaici domestici.
Spesso chi usufruisce del bonus fiscale del 50% per il fotovoltaico utilizza anche il meccanismo dello scambio sul posto: si tratta di una modalità di autoconsumo dell’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico che è differita nel tempo; non è necessaria la contemporaneità tra la produzione e l’utilizzo dell’energia, visto che la rete elettrica diventa il serbatoio in cui si vanno a depositare le eccedenze di energia prodotta; sarà possibile prelevare quell’energia in un secondo momento a condizioni economiche vantaggiose.
Stanno però cominciando a diffondersi in Italia i sistemi di accumulo, considerati la nuova frontiera del fotovoltaico domestico.
Per poter confrontare diverse offerte consiglio di chiedere dei preventivi ad aziende specializzate direttamente su siti web come Edilnet.
Scopriamo di più sui sistemi di accumulo
A differenza dello scambio sul posto, nei sistemi dotati di accumulo l’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico non viene ceduta alla rete elettrica ma viene immagazzinata nelle batterie di accumulo. In questo modo l’impianto si autoalimenta, i prelievi dalla rete si riducono al minimo fino ad arrivare all’autoconsumo senza alcun ricorso a prelievi esterni.
Se l’impianto fotovoltaico si dimensiona in base ai consumi reali dell’abitazione si otterrà dai sistemi di accumulo la massima efficienza. Ancor di più se all’impianto si collega un sistema di monitoraggio in grado di registrare produzione e consumo.
Se all’inizio il costo dei sistemi di accumulo appariva proibitivo, adesso la diffusione di questa tecnologia sta abbassando sempre di più i prezzi.
Secondo Anie, nel giro di tre-cinque anni il costo dei sistemi di accumulo sarà ulteriormente ridotto, fino a dimezzarsi. Sarà quindi possibile recuperare l’investimento per questo tipo di impianto fotovoltaico in tempi brevi.
Esistono diversi tipi di accumulo: con le batterie incluse nell’inverter e con le batterie esterne modulabili in base al consumo effettivo.
La scelta varia a seconda delle esigenze di chi decide di dotarsi dell’impianto fotovoltaico.
Attualmente le batterie di accumulo durano circa cinque volte meno rispetto ai pannelli fotovoltaici, cioè cinque anni contro i 25 dei pannelli.
La nuova sfida nel settore è proprio quella di allungare i tempi di durata cercando di ridurre i costi.
Se ci si dota oggi di un impianto fotovoltaico con sistema di accumulo è facilmente ipotizzabile che tra cinque anni, al momento di cambiare le batterie, ci si troverà di fronte a prezzi inferiori e a tecnologie all’avanguardia.
Tesla, azienda californiana nota per le avveniristiche e super tecnologiche auto elettriche nonchè le batterie di accumulo, ha presentato a Los Angeles, durante una conferenza stampa, le case sostenibili del futuro. Tra le novità anche una nuova linea di pannelli solari che promette di rivoluzionare i tetti delle nostre case. I pannelli ci sono ma non si vedono! Di cosa si tratta veramente?
Tesla inizierà presto a produrre e commercializzare dei propri pannelli con batterie di accumulo integrate, in grado di trasformare il tetto delle abitazioni in una piccola centrale elettrica. Il suo amministratore delegato, Elon Musk, ha spiegato che saranno semplici da installare e super efficienti, in grado di fornire energia elettrica a tutta la casa. Si tratta di pannelli solari “invisibili” perché nascosti in tegole di vetro decorato che si integrano perfettamente con l’estetica delle abitazioni. Le tegole saranno disponibili in quattro versioni di design, in grado di adattarsi a ogni tipologia di edificio. Sembrano normalissime tegole ma, viste dall’alto, lasciano intravedere in trasparenza il pannello presente al loro interno.
La potenza e i costi
I nuovi pannelli solari potranno accumulare 14 kWh di energia e avranno una capacità di erogazione continua di 5 kW con picchi che possono raggiungere i 7 kW. La batteria integrata nell’impianto è garantita per un numero illimitato di cicli di ricarica fino a 10 anni.
Non sappiamo ancora di preciso quando potremo vedere questi tetti solari sulle nostre case, né tantomeno il costo di questa tecnologia che Tesla promette a prezzi competitivi.
Durante la presentazione è stata lanciata anche la nuova batteria di accumulo Powerwall 2 per le abitazioni che assicura energia pulita anche in assenza di fonte solare, durante le ore notturne o di bassa esposizione. Questa nuova versione raddoppia la capacità di stoccaggio, portandola a 14 KWh.
Producendo energia solare con le tegole e accumulandola con le nuove batterie, Tesla punta ad alimentare le nostre case in maniera totalmente pulita, aiutandoci a raggiungere l’indipendenza energetica.
Questo nuovo sistema rappresenterà una opportunità per incentivare l’utilizzo di energie alternative in un Paese come il nostro, dove i vincoli paesaggistici spesso impediscono di installare i pannelli solari.
Il trend del Fotovoltaico in Italia
Secondo i dati più recenti, prosegue il trend positivo per il fotovoltaico. La potenza installata nel primo trimestre del 2016 raggiunge circa 85 MW registrando un aumento del 33% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Anche il numero di unità di produzione risulta in aumento, del 6%. Gli impianti domestici (fino ai 20 kW) si attestano sul 62% della nuova potenza fotovoltaica installata e corrispondono al 96% degli impianti connessi.
Perché il fotovoltaico conviene nel 2016
Con la fine del Conto Energia, che ha caratterizzato il grande sviluppo del fotovoltaico in Italia, si è diffusa la convinzione che adottare l’energia solare nella propria abitazione non sia conveniente, o che lo sia comunque meno di un tempo. Ma è realmente così?
Non proprio, come dimostrano alcuni dati di fatto che sono messi in disparte nella discussione che si è accesa sull’argomento.
In effetti, il fotovoltaico in Italia, nell’anno di grazia 2016 (e in quelli successivi, naturalmente), conviene e in alcuni casi anche più di un tempo.
Andiamo a vedere perché.
Il calo dei prezzi continua in maniera inarrestabile
Il primo dato di fatto che non viene considerato dai critici, risiede nel continuo e inarrestabile calo dei prezzi dei pannelli solari.
Basti pensare che ad oggi, i costi per ogni kW installato in ambito residenziale sono attestati tra i 2 e i 3mila euro, arrivando a 1500 per gli impianti di medie e grandi dimensioni, contro i 20mila che pure erano necessari sino a qualche anno fa.
Un trend il quale è destinato a proseguire perlomeno sino al 2030, come affermato da recenti studi, in quanto il prezzo del fotovoltaico sarà spinto al ribasso non solo dall’inarrestabile aggiornamento tecnologico, ma anche dal riassetto della filiera commerciale.
Senza però dover attendere il 2030, basta ricordare come secondo molti addetti ai lavori, attualmente, il ROI (Return of Investment) avviene nel breve arco di un quinquennio.
A contribuire in maniera decisiva in tal senso è non solo il calo dei prezzi e l’aumento del rendimento dei pannelli, ma anche l’incidenza delle detrazioni fiscali che lo stato italiano continua a garantire a chi decida di adottare i pannelli solari, attestate al 65%.
Un livello che sarà confermato anche per il 2017 e, con ogni probabilità, negli anni successivi, almeno stando alle indiscrezioni provenienti dal fronte governativo.
Naturalmente, se non si può partecipare alla detrazione, magari perché incapienti, sarebbe meglio non procedere.
Se invece si rientra in questa categoria, il fotovoltaico, nel 2016, continua ad essere molto conveniente.
Altri vantaggi del fotovoltaico nel 2016
A quanto abbiamo già detto, va poi aggiunto il dato relativo ai forti risparmi che si possono ottenere sulla propria bolletta, soprattutto nel caso in cui si autoconsumi tutta o quasi l’energia prodotta, magari ricorrendo ai sistemi di accumulo, ovvero le batterie delegate a conservarla senza immetterla nella rete.
Non va poi dimenticato che contrariamente a quanto sostenuto da più parti, la durata dei pannelli solari va ben oltre i 20 anni pronosticati inizialmente, come dimostrato dagli studi condotti su quelli che sono stati installati all’inizio degli anni ’90, ancora funzionanti con rendimenti calati di pochissimo.
Infine, va ricordato come l’adozione di un impianto fotovoltaico abbia una immediata ricaduta positiva sullo stesso valore dell’abitazione servita, un dato da non dimenticare mai, comportando una rapida scalata nella classifica relativa alla classe energetica dell’immobile e una conseguente lievitazione del suo valore commerciale.
Il tutto senza considerare un altro grande vantaggio, che viene condiviso con tutti gli altri cittadini, ovvero la possibilità di contribuire a minori emissioni nocive e, quindi, ad avere un ecosistema meno problematico di quello prospettato dall’utilizzo intensivo delle fonti fossili.
Impianto Fotovoltaico: la convenienza è l’autoconsumo istantaneo
Quando si parla di impianto fotovoltaico e della sua convenienza, occorre sgombrare il campo da vere e proprie leggende metropolitane e informazioni inesatte.
Tra le prime, ad esempio, il fatto che con la fine del Conto Energia l’energia solare non sia più conveniente, una affermazione smentita dagli studi elaborati nel corso degli anni.
Proprio in tema di convenienza, occorre invece precisare con grande forza come se sono sicuramente importanti fattori come il rendimento sempre più elevato dei pannelli e l’incidenza della detrazione fiscale, a rendere sempre più vicino il cosiddetto ROI (Return of investment) concorra in maniera determinante l’autoconsumo, ovvero l’utilizzo familiare dell’energia elettrica prodotta dall’ impianto fotovoltaico.
Andiamo quindi a vedere il motivo.
Cos’è l’autoconsumo
Come è ormai noto, i pannelli installati sul tetto catturano energia solare, la quale viene poi convertita in elettricità.
Resta però da vedere quanta parte di quella prodotta, viene utilizzata all’interno della casa e quanta invece immessa in rete.
La convenienza dell’ impianto aumenta in maniera proporzionale con l’aumento dell’autoconsumo domestico, ovvero dell’utilizzo in proprio dell’elettricità auto-prodotta.
Proprio al fine di poter aumentare questa convenienza, si può però ricorrere al cosiddetto autoconsumo differito, ovvero la conservazione dell’energia in batterie, al fine di essere impiegata quando serve, ad esempio nel corso delle ore notturne o quando il tempo nuvoloso impedisce ai raggi solari di bucare la coltre delle nubi.
Quanto autoconsuma un impianto fotovoltaico?
Solitamente un normale impianto fotovoltaico domestico riesce a raggiungere un autoconsumo istantaneo tra il 20 e il 30%.
Con l’integrazione di batterie nell’impianto fotovoltaico, si possono però spostare i consumi alle ore diurne, in modo da poter raggiungere una soglia prossima al 50%.
Lo si può fare ad esempio programmando durante il giorno operazioni come quelle relative al bucato con la lavatrice o la pulitura di piatti e bicchieri con la lavastoviglie.
A tal proposito va ricordato come esistano in commercio dispositivi in grado di avviare in automatico elettrodomestici una volta che si presentino determinate condizioni (come una produzione fotovoltaica sufficiente) e avviare e monitorare gli elettrodomestici da remoto tramite smartphone, tablet o pc,i quali per farlo utilizzano il web.
Possiamo comunque affermare che con l’adozione di una batteria da 3 a 5 kWh nell’inverter, siamo tranquillamente in grado di arrivare ad un autoconsumo intorno al 70%.
Cosa vuol dire ciò, in soldoni? Che la bolletta energetica si alleggerirà appunto del 70%.
L’alternativa all’autoconsumo è l’immissione in rete
Qual è l’alternativa all’autoconsumo?
L’immissione del surplus di energia nella rete Enel.
Sarebbe peraltro più corretto dire che questa operazione sia complementare, non alternativa, in quanto appunto riguardante la quantità eccedente e non stoccata nei sistemi di accumulo.
Naturalmente questo quantitativo viene remunerato dal gestore, il quale sconterà appunto il corrispettivo in bolletta.
La remunerazione avviene sotto forma di un contributo per l’energia immessa in rete, detto Contributo in Conto Scambio, e la liquidazione delle eccedenze annuali, nel caso in cui l’energia immessa sia in quantità superiore a quella prelevata.
Va però rilevato come convenga sicuramente puntare sull’autoconsumo in quanto il rimborso dello scambio sul posto è inferiore al costo dell’energia in bolletta.
Un dato da tenere assolutamente in conto ove si valuti l’adozione di un impianto fotovoltaico.
Per approfondire l’argomento, ti consigliamo di consultare gli esperti del settore, i quali sapranno essere, sicuramente, più esaustivi.
Fotovoltaico conviene più del carbone
Con la fine del Conto Energia e dei generosi incentivi assicurati a chi aveva aderito alla prima fase dell’energia solare, in molti si erano spinti a prevedere un declino del fotovoltaico in Italia.
Un vaticinio che però sembra ormai del tutto errato, almeno alla luce degli ultimi dati resi noti da Bloomberg New Energy Finance.
Dati secondo i quali, in alcune aree del mondo l’energia prodotta dalle fonti rinnovabili è già più convenienti di quella derivante dalle fonti fossili, anche senza il ricorso a sussidi pubblici o agli incentivi pagati sulla bolletta dai consumatori.
I fattori che spiegano il mutamento di prospettiva
I fattori che stanno contribuendo con grande forza a mutare il quadro di riferimento, sono in particolare il crollo di prezzi dei pannelli e l’evoluzione di una tecnologia che si sta mostrando sempre più efficiente.
Il saldarsi di queste condizioni ha permesso al costo al megawattora dell’energia fotovoltaica non solo di superare quella da fonte eolica a terra, ma anche il carbone.
Un trend che è stato riscontrato in Paesi come Cina, India, Brasile, Sud Africa, Cile e altre 54 economie emergenti del mondo, aree in cui rispetto al 2010 i costi medi per la realizzazione di un impianto solare si sono appunto dimezzati, mentre i prezzi dell’energia sono calati di oltre un terzo.
E’ stato il presidente di Bloomberg New Energy Finance, Michael Liebrech, ad affermare come si sia ormai entrati nell’era della “energia fotovoltaica sottocosto”.
Un’era che ha dato risultati soprattutto in Cile, ove è stato conseguito il prezzo record di 29 dollari al megawattora, mentre anche Messico e Sud Africa si situano ormai stabilmente sotto la soglia dei 50 dollari.
L’Italia in preda alle contraddizioni
In questo quadro, resta difficile comprendere cosa stia succedendo in Italia, che pure era stato a lungo tra i Paesi più avanzati sul fronte delle energie rinnovabili.
In particolare ha destato grande sensazione la decisione del governo Renzi di andare a colpire retroattivamente gli incentivi del Conto Energia.
Un provvedimento che ha seminato sfiducia negli investitori e che è stata da molti analisti giudicata come il principale motivo della sostanziale stasi del fotovoltaico italiano degli ultimi anni.
Una decisione ancora meno comprensibile facendo riferimento alle difficoltà per il Paese di approvvigionarsi di energia da fonti fossili su teatri geopolitici sempre più instabili, con costi crescenti e, soprattutto, non prevedibili.
E’ stato di recente Paolo Rocco Viscontini, fondatore di Enerpoint, pioniere delle rinnovabili in Italia e presidente dell’associazione Italia Solare, a ricordare come lungo il territorio italiano siano disseminate 11 milioni di abitazioni private e 3 milioni di palazzine e condomini le quali potrebbero ospitare impianti fotovoltaico sui propri tetti.
Ad oggi, soltanto mezzo milione di questi immobili vantano pannelli per la produzione dell’energia solare, se si riuscisse ad aumentare tale dato si potrebbe portare al 50 per cento il fabbisogno soddisfatto dall’energia del sole.
Una crescita che segnerebbe in pratica la fine, o quasi, della dipendenza energetica del Paese dall’estero e che quindi andrebbe perseguito con grande forza.