In questa guida parliamo di intonaco armato. Spiegheremo di cosa si tratta e da cosa è composto. Riveleremo la sua funzione, indagheremo sulle eventuali debolezze. Infine, forniremo qualche consiglio per chi vuole risparmiare e allo stesso tempo desidera essere servito “bene”.
A dispetto di quanto possa suggerire il senso comunque, l’intonaco armato non è un rivestimento, non in senso stretto. E’ una vera e propria soluzione per il rinforzo strutturale. Ma procediamo con ordine, presentando una definizione breve ed esaustiva, che comprenda anche riferimenti chiari alla sua composizione.
Cos’è l’intonaco armato
L’intonaco armato è una malta arricchita con una rete di rinforzo, solitamente in acciaio zincato o in materiale composito, come la fibra di vetro. La malta può essere a base di calce, cemento o miscele specifiche, a seconda del contesto applicativo.
Questo tipo di intonaco viene applicato su pareti esistenti per migliorarne le prestazioni meccaniche e renderle più resistenti agli stress strutturali. Il suo spessore è generalmente maggiore rispetto a quello di un intonaco tradizionale.
La rete viene annegata nella malta fresca e fissata meccanicamente alla muratura, creando una sorta di “guscio” che lavora insieme alla struttura portante. La combinazione tra malta e rete consente la creazione di una superficie monolitica capace di redistribuire gli sforzi.
Quando applicare l’intonaco armato?
L’intonaco armato è una soluzione complessa, lo si evince dalla definizione che abbiamo appena dato. Dunque è lecito chiedersi: quando va applicato? Quali problemi è in grado di risolvere? Eccoli.
- Consolidamento di murature degradate: l’intonaco armato si utilizza quando una parete manifesta evidenti segni di cedimento, fessurazioni o perdita di coesione tra i materiali, spesso a causa di infiltrazioni, eventi sismici o semplice vetustà.
- Adeguamento sismico di edifici esistenti: l’intonaco viene impiegato per migliorare il comportamento sismico di una struttura, in particolare nelle zone ad alta pericolosità, poiché rafforza le pareti e riduce il rischio di crolli locali.
- Aumento della portanza muraria: l’intonaco si applica quando si intende caricare maggiormente una parete, per esempio in seguito a un cambio di destinazione d’uso o a una sopraelevazione. Come avrete ormai capito, rende la struttura più robusta.
- Prevenzione in caso di vulnerabilità riscontrata: anche in assenza di danni evidenti, l’intonaco armato è utile quando un’analisi tecnica rivela una vulnerabilità statica o una scarsa capacità di resistenza delle murature portanti.
In tutti questi casi, l’intonaco armato si propone come intervento efficace e meno invasivo rispetto ad altre tecniche più radicali.
Le principali alternative all’intonaco armato
Al netto di quanto detto nel precedente paragrafo, l’intonaco armato ha molti “rivali”, ovvero si segnalano parecchie alternative in grado di assolvere ai suoi stessi scopi. Ecco una breve ma esaustiva panoramica.
- Fibre di carbonio applicate a secco: soluzione leggera e ad alta resistenza che prevede l’applicazione di tessuti in fibre sintetiche con resine epossidiche per il rinforzo di pareti e volte.
- Rinforzo con betoncino armato: simile all’intonaco armato ma con maggiore spessore e quantità di cemento; richiede più spazio e tempi di lavorazione più lunghi.
- Intonaco deumidificante strutturale: serve sia per consolidare che per risolvere problemi di umidità, sebbene la sua capacità portante sia inferiore rispetto a quella dell’intonaco armato.
- Iniezioni di resine o malte espansive: tecnica meno invasiva, impiegata soprattutto per migliorare la coesione interna di murature lesionate, senza modificare l’aspetto esterno.
Ma ecco una comoda tabella che, in un colpo d’occhio, è possibile individuare le differenze tra gli interventi.
Soluzione | Vantaggi principali | Limiti principali | Invasività | Capacità strutturale |
Fibre di carbonio a secco | Alta resistenza, leggerezza | Costo elevato, necessita superfici perfettamente preparate | Bassa | Alta |
Betoncino armato | Elevata robustezza e durabilità | Ingombrante, tempi lunghi | Alta | Molto alta |
Intonaco deumidificante | Risolve umidità e consolida | Minore capacità portante | Media | Media |
Iniezioni di resine o malte | Poco invasiva, mantiene estetica originale | Non migliora realmente la resistenza strutturale | Molto bassa | Bassa |
Dalla tabella si evince come l’intonaco armato sia preferibile quando si cerca un buon compromesso tra efficacia strutturale, invasività contenuta e costi ragionevoli.
Applicazione dell’intonaco armato: come si effettua?
L’intonaco armato è affare degli specialisti, i quali tra le altre cose devono essere dotati di una strumentazione adeguata, e non solo di competenze ad hoc. Nondimeno, il committente deve conoscere la procedura almeno in linea di massima. Solo in questo modo può monitorare il lavoro degli operai. Dunque, eccola.
- Preparazione della superficie: si rimuove l’intonaco esistente fino a raggiungere la muratura portante, che viene poi pulita da polvere, efflorescenze e residui friabili. Questa fase è essenziale per garantire l’adesione tra supporto e nuovo intonaco armato, evitando distacchi futuri.
- Ancoraggio della rete elettrosaldata: si applica una rete metallica (o in materiale composito), fissandola alla parete mediante tasselli o connettori. La rete deve essere distanziata correttamente dal supporto per consentire l’inglobamento nella malta e la corretta trasmissione degli sforzi.
- Applicazione della malta strutturale: si stende la malta in almeno due mani, annegando la rete nello spessore. La malta deve essere compatibile con il supporto murario e possedere adeguate caratteristiche meccaniche. Ogni strato va compattato per evitare bolle d’aria.
- Finitura e stagionatura: si rifinisce la superficie con frattazzo o rasante, a seconda delle esigenze estetiche. Segue la stagionatura, ovvero il mantenimento dell’umidità per alcuni giorni, per garantire la corretta presa e maturazione della malta, evitando fessurazioni premature.
La parte più importante, e anche la più delicata, è l’ancoraggio della rete alla muratura. Questo passaggio garantisce che la rete non lavori in modo indipendente ma in sinergia con la struttura esistente. Un’ancoraggio eseguito male compromette l’efficacia del rinforzo, vanificando l’intero intervento e aumentando il rischio di distacchi.
Come risparmiare anche sull’intonaco armato
L’intonaco armato costa molto più dell’intonaco normale, anche perché con quest’ultimo condivide (in parte) il nome e poco altro.
Ma c’è una buona notizia: è possibile risparmiare. Basta raccogliere più preventivi e confrontarli. Ciò consente di farsi un’idea del mercato, imparare a distinguere le buone offerte da quelle cattive e individuare una soluzione ottimale in quanto a rapporto qualità prezzo.
Questo metodo funziona soprattutto sugli interventi complessi, dominati da così tante variabili e tutte in grado – nel loro piccolo – di influenzare il costo finale. Caratteristiche, queste, riconducibili anche all’intonaco armato.
Certo, è necessario individuare preventivi dettagliati e omogenei tra di loro, dunque funzionali a un confronto costruttivo.
Difficile trovarli con la ricerca manuale, quella che prevede il contatto diretto con ditte scelte casualmente. Molto più facile se ci si rivolge ai tool di richiesta preventivi, che sono pensati appositamente per facilitare il confronto.
Tool come quello di MestiereImpresa.it, che garantisce l’accesso alle ditte più competenti e convenienti.
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