Il Governo ha approvato nei giorni scorsi un Decreto importante (comunemente battezzato il Decreto del fare) che introduce importanti novità riguardo la pignorabilità di un immobile e che dovrebbe venire in aiuto delle famiglie in difficoltà.
Nello specifico viene stabilito dal Decreto l’impignorabilità della prima casa da parte delle agenzie di riscossione, con chiaro riferimento ad Equitalia. Il Decreto però non esclude che altri organi creditori quali banche o privati possano pignorare la prima casa. Quello fatto dal Governo vuole essere un aiuto a tutte le famiglie in difficoltà economiche onde evitare il ripetersi di casi in cui anche per cifre molto piccole ci si veda pignorata la prima casa.
Vogliamo ripetere quindi che anche se rimane la possibilità di pignoramento della prima casa, i casi in cui questa procedura verrà applicata saranno molto limitati.
Il Governo specifica anche in quali casi una casa non può essere pignorata, questi i casi: la casa deve essere l’unico immobile di proprietà del contribuente, deve trattarsi di abitazione principale del contribuente che quindi deve abitarci ed al tempo stesso avervi la residenza. Il contribuente deve quindi a tutti gli effetti risiedere nella casa per non essere pignorata.
Non deve trattarsi di “casa di lusso” o trattarsi di immobili come castelli, palazzi artistici o storici e ville che cioè ricadono sotto le categorie catastali A/8 A/9.
La soglia del debito per avviare una procedura di esproprio (nel caso che non si tratti di prima casa) passa da 20.000 a 120.000 euro, i termini per l’esecuzione dell’esproprio inoltre salgono da 4 mesi dall’iscrizione dell’ipoteca a 6 mesi. Il contribuente avrà a disposizione un periodo di 10 anni per saldare il proprio debito con il fisco; il contribuente potrà beneficiare di una rateizzazione anche avendo saltato il pagamento di 8 rate, ricordiamo che prima il pignoramento scattava avendo saltato solo 2 rate. La dilazione del debito potrà arrivare fino a 120 rate, contro le 72 di prima.