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Amianto: come smaltirlo correttamente (guida completa)

Amianto: come smaltirlo correttamente (guida completa)

Bandito ormai dalle costruzioni, l’amianto è estremamente pericoloso ma ancora in molte abitazioni si trovano tetti realizzati con questo materiale riconosciuto come cancerogeno.

A chi si deve rivolgere il cittadino per lo smaltimento amianto?

In realtà non c’è nessuno obbligo a toglierlo, ma se decidete di liberarvene cercate di farlo in modo corretto per non incorrere in sanzioni salate.

Le possibilità sono due: o lo fate da soli se la quantità è minima o chiamate una ditta specializzata se si tratta di molti metri quadri, in entrambi i casi, però, occorre chiamare una ditta specializzata che si occupa dello smaltimento amianto. Vediamo di capire come funziona.

 

Da soli o con ditte specializzate e autorizzate

 

Se si tratta di pochi elementi di amianto da maneggiare facilmente allora anche da soli potete smontarli e magari potete chiamare le ditte solo per il trasporto. Prima di procedere dovete proteggervi proteggeranno con tute, occhiali, mascherine e stendere, prima di smontare glie elementi, della colla vinilica sulla superficie. Poi metterete il materiale in contenitori sigillati adatti al trasporto e collocherete il rifiuto in discariche o aziende autorizzate.

 

Se invece si tratta di quantitativi ingenti, come ad esempio i tetti dei terrazzi spesso fatti in eternit, lo smaltimento amianto diventa più complesso e dovete obbligatoriamente chiamare le ditte che smonteranno tutto avendo cura di non rompere nulla per evitare esalazioni nell’aria. Dovete però aver cura di scegliere l’azienda corredata di tutte le autorizzazioni per svolgere lo smaltimento amianto in sicurezza. Le specializzate che devono dimostrare di essere in possesso di un patentino e di attrezzature adatte.

 

Costi dello smaltimento amianto

 

La nota dolente dello smaltimento amianto sono i costi ancora oggi piuttosto alti e non sono previsti incentivi a meno che non si stia per montare un impianto fotovoltaico. La soluzione più sicura per lo smaltimento amianto rimane sempre quella di chiamare una ditta specializzata che sia in regola con le normative vigenti e che assicuri una collocazione all’amianto.

 

Poiché le normative variano a seconda dell’area su territorio nazionale, per saperne di più è consigliabile contattare gli esperti che conoscono le regole in materia ed evitano brutte sorprese.

I professionisti infatti vi daranno tutte le informazioni su come smaltire l’amianto in regola.

Smaltimento eternit e bonifica amianto: quando effettuarla?

Che si parli di smaltimento eternit o di bonifica amianto si entra pur sempre in un campo decisamente vasto, dove occorrerà tenersi sempre aggiornati e fare grande attenzione al fine di trovare una degna soluzione al problema.

 

L’amianto, ad esempio, risulta essere un materiale decisamente versatile ed ha sempre avuto un costo relativamente basso, ecco perchè tra gli anni 70 e gli anni 80 vi è stato un utilizzo massiccio in edilizia.

Il perchè dell’uso dell’amianto in tempi passati

 

Inoltre, le sue proprietà isolanti e fonoassorbenti sembravano ottime, insomma, tutto perfetto, se non fosse per un piccolissimo particolare, vale a dire che le polveri emesse nel tempo sono considerate ad oggi molto pericolose, addirittura cancerogene, in grado di colpire ed arrecare seri danni all’apparato respiratorio umano.

 

Negli anni abbiamo assistito a numerosi cambiamenti e procedure atte a mettere il tutto in sicurezza, rimuovendo al meglio l’amianto da determinati edifici, anche di grandissime dimensioni.

 

La bonifica amianto è ormai obbligatoria in numerosi casi e stiamo parlando pur sempre di un qualcosa che dovrà essere tutto sulle spalle dei titolari di determinati edifici, vengono anche effettuati dei controlli ad opera sia del Comune che della Asl.

 

E’ bene fare anche una differenza tra le tipologie di amianto, basti pensare che troviamo ad oggi il cosiddetto amianto compatto e quello in matrice friabile;

 

Il secondo è sicuramente il più pericoloso, questo perchè stiamo parlando di un materiale che facilmente può rilasciare polveri nocive, motivo per cui, il proprietario dell’edificio in questione sarà tenuto a comunicare tale situazione all’Asl.

 

Mentre per quanto riguarda l’amianto compatto, si tratta di un materiale meno pericoloso, questo perchè per sbriciolarlo bisognerà intervenire con mezzi meccanici, ma nonostante ciò avrà comunque bisogno di un trattamento speciale.

 

Se si parla di smaltimento eternit, oppure di bonifica amianto, tenete sempre ben a mente che ad occuparsene dovranno essere delle ditte specializzate, motivo per cui, dopo aver effettuato tutte le segnalazioni del caso.

 

Investite un po’ di tempo nel richiedere preventivi gratuiti, perchè solo in questo modo potrete avere le idee ben chiare e far fronte ad eventuali spese cercando di non sforare assolutamente il vostro budget.

 

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TECNICA DELLA RIMOZIONE

La rimozione dei materiali in matrice compatta contenenti amianto è sicuramente l’intervento più diffuso.
Gli addetti operano all’aperto, sotto il sole, o con temperature rigide, protetti con tute in tyvek che creano forti disagi agli operatori diminuendo loro la concentrazione e di conseguenza l’attenzione alla sicurezza. Per questo motivo la messa in sicurezza del cantiere in modo scrupoloso ha un aspetto molto importante.

La procedura di rimozione è normata in modo ormai consolidato con il decreto ministeriale del 6 settembre 1994 nel quale sono contenute tutte le procedure previste per la tutela degli addetti e di eventuali terzi e degli ambienti circostanti.

Le operazioni principali sono :

incapsulamento dell’estradosso delle lastre con prodotti certificati penetranti
rimozione dei gruppi di fissaggio con attrezzi manuali o a bassa velocità provvisti di aspiratore
rimozione di ogni singola lastra e trattamento con incapsulante al suo intradosso
confezionamento dei pacchi, in quota o a terra (a seconda delle condizioni del cantiere), con polietilene da 150 gr/mq , sigillatura degli stessi con nastri adesivi ed etichettatura con appositi segnali di pericolo
calo a terra con mezzi di sollevamento idonei, caricamento su autocarro e conferimento alla discarica autorizzata.

Ogni intervento dovrà essere preceduto da un Piano di Lavoro presentato alle Asl di competenza dalla azienda esecutrice

TECNICA DELL’INCAPSULAMENTO

La tecnica dell’incapsulamento consiste nell’applicare un prodotto penetrante pellicolante, con la funzione di legare le fibre superficiali, in fase di distacco, alla matrice legante.

Le lastre si presentano sfaldate in superficie a causa dell’azione geliva dell’acqua, con presenza di muschi, licheni e polveri. In corrispondenza dei gruppi di fissaggio sono spesso presenti crepe e rotture.

E’ indispensabile asportare questi depositi e muschi dalla superficie esterna in modo da garantire l’adesione del prodotto incapsulante. L’asportazione non può essere eseguita a secco ma deve essere compiuta con lavaggi a bassa pressione e raccolta dell’acqua con i relativi residui dei materiali asportati che ovviamente sono fortemente inquinati da amianto. L’acqua dovrà essere filtrata con filtri p3 separando la fanghiglia amiantifera in modo da poter smaltire le acque nella rete fognaria e i fanghi come amianto. Ripulito l’estradosso in genere si applicano dei rinforzi in velovetro in corrispondenza delle rotture incollandoli con resine.

Successivamente la superficie sarà trattata in tre fasi, una con un primer consolidante, poi con una resina pellicolante di colore scuro e infine con uno strato di resina pellicolante chiara a contrasto di colore. Il contrasto serve a evidenziare le aree in cui l’incapsulante si è consumato con l’azione degli agenti atmosferici e consentirne il ripristino.

Tutto il cantiere dovrà essere messo in totale sicurezza con le opere provvisionali previste per ogni singolo cantiere.

Costi Incapsulamento

Tenuto presente che il confinamento dell’area d’intervento in fase di esecuzione, con le procedure complesse previste dalla normativa, contrariamente ad opinioni diffuse, l’incapsulamento è un’operazione costosa, ha un costo elevato.

In ogni caso l’incapsulamento non è da considerarsi un intervento risolutivo per l’impermeabilità del tetto in quanto la matrice della vecchia lastra è compromessa e in tempi brevi potrebbe trasmettere in superficie nuove crepe con relativi fenomeni d’infiltrazione. Questa operazione è da considerarsi efficace solo ai fini dell’inertizzazione da amianto.

Terminati i lavori, non bisogna dimenticare che il committente, al fine di ottemperare alle leggi vigenti, deve nominare un responsabile dell’amianto con l’incarico di:

– segnalare la presenza di amianto a chiunque si appresti a eseguire lavori nelle vicinanze del rivestimento trattato, o peggio ancora, sul rivestimento trattato.

– controllare periodicamente la superficie per verificare che non siano avvenuti distacchi e che quindi la superficie sia perfettamente integra.

– eseguire periodicamente delle analisi ambientali per avere la certezza che non vi siano fonti inquinanti

L’edificio nel quale è presente il rivestimento amiantifero, prima di essere demolito dovrà essere bonificato dall’amianto presente e, nel caso di vendita dell’immobile, i costi della bonifica dell’amianto dovranno essere defalcati dall’importo dell’acquisto.

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TECNICA DEL CONFINAMENTO

Per confinamento si intende realizzare una separazione netta tra il materiale inquinante e l’ambiente utilizzato.

Nel caso delle coperture in cemento amianto (amianto compatto) per confinamento s’intende comunemente la sopracopertura. Per eseguire questo intervento è necessario inertizzare la copertura amiantiera con l’applicazione di incapsulanti; montare una nuova orditura in legno appoggiata sopra le vecchie lastre e fissarla alla struttura sottostante. E’ consigliabile sostituire anche i canali esistenti poiché, in un secondo tempo, diventerebbe molto complicato e costoso eseguire la sostituzione dei canali in presenza della sopracopertura. La copertura si alza di quota quindi è indispensabile chiudere in gronda l’intercapedine formatasi e dimensionare il canale in funzione delle nuove quote per evitare che l’acqua salti il canale. Sopra la nuova orditura viene posata la nuova copertura in genere metallica con tutti gli accessori di finitura.

Costi confinamento

Con il confinamento (sopracopertura) si risparmiano i costi di rimozione e smaltimento del vecchio manto ma spesso il costo finale dell’intervento è uguale o superiore a quelli ottenuti con la rimozione e inoltre i risultati tecnici sono inferiori.
Innanzitutto si mantiene in loco un materiale amiantifero che deve essere tenuto sotto controllo e che grava sulla struttura per circa 15 kg/mq. In aggiunta a questo peso vi è il nuovo pacchetto di copertura.

Nella fase di montaggio della sopracopertura, vista la vetustà del vecchio manufatto amiantifero, facilmente avvengono rotture con sbriciolamenti per il continuo pedonamento e per l’esecuzione dei nuovi fori di ancoraggio. In questa fase si creano molti punti d’infiltrazione che, fino a completamento del nuovo tetto, espongono il fabbricato al passaggio di acqua negli ambienti sottostanti.
Oltre ai problemi rilevati, si hanno dei costi diretti e indiretti che non rendono conveniente la sopracopertura:

realizzazione di nuova orditura in legno
aumento degli sviluppi delle lattonerie per compensare le nuove quote.

Il credito d’imposta per la rimozione amianto

 

La questione relativa alla presenza di amianto lungo il territorio nazionale continua ad agitare non poco gli italiani.

 

Come è ormai noto, se l’asbesto è stato espulso da lungo tempo dai processi produttivi, non di meno è ancora presente in larghe quantità su moltissimi manufatti, a partire dai tetti prodotti quando questo materiale era ancora legale.

 

Le bonifiche, peraltro, nel corso dei decenni intercorsi dalla messa al bando dell’amianto, non sono state portate avanti che in quantità abbastanza trascurabile.

 

A rallentare il processo di rimozione dell’amianto sono stati naturalmente i costi elevati, i quali hanno consigliato molti privati a rimandare le operazioni.

 

Proprio per cercare di superare questa strozzatura, è stato quindi deciso a livello istituzionale di mettere in campo provvedimenti in grado di incentivare la bonifica, spingendo magari imprese e privati ad accollarsene i costi, per poi ammortizzarli in un secondo momento.

Il credito d’imposta per la rimozione dell’amianto è uno dei mezzi messi in campo dal governo italiano.

Che cos’è il credito d’imposta per bonifica dei siti contaminati dall’amianto

 

Come è noto, il credito d’imposta rappresenta un’agevolazione paragonabile alle cosiddette detrazioni fiscali.

 

In pratica, il titolare del credito d’imposta si converte in creditore dello Stato e potrà far valere il suo credito a compensazione di eventuali debiti.

 

Può quindi essere ottenuto dai contribuenti dell’Erario ed essere destinato a compensare debiti, a ridurre le imposte dovute oppure, ove manchino imposte da versare, richiederne il rimborso al momento della dichiarazione dei redditi.

 

Va poi sottolineato come da un punto di vista fiscale il credito di imposta non vada a concorrere alla formazione del reddito o della base imponibile Irap, anche nel caso in cui venga incassato sotto forma di rimborso.

 

In questo caso, tutte le imprese che provvederanno ad effettuare interventi per la rimozione dell’amianto sui propri fabbricati e capannoni, avranno la possibilità di accedere a un credito d’imposta pari al 50%, con l’unica condizione che il costo affrontato sia almeno pari a 20mila euro.

 

Il credito d’imposta in questione è previsto da un emendamento al Collegato Ambiente, approvato dalla Commissione Ambiente del Senato, grazie al quale sono stati destinati al relativo fondo.

Chi può accedervi

 

Il bonus per la rimozione dell’amianto sarà concesso ai titolari di reddito d’impresa che rimanente del piano originario, avranno effettuato interventi su beni e strutture produttive.

 

L’erogazione avviene in tre quote annuali di pari importo, con la prima utilizzabile dal primo gennaio del periodo d’imposta successivo a quello in cui sono stati eseguiti gli interventi, mentre le successive due quote saranno oggetto di sfruttamento al momento della dichiarazione dei redditi nei periodi di imposta successivi.

 

Le imprese che intendano sfruttare l’opportunità ed eseguire interventi di bonifica dell’amianto potranno ottenere il credito d’imposta compilando il modello F24 online, ricordando però come esso possa essere sfruttato solo ed esclusivamente allo scopo di saldare debiti esistenti verso la Pubblica Amministrazione.

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